Visita del Santuario della Foresta e del Paese di Labro

A pochi chilometri da Rieti si trova il Santuario della Foresta. E' in questa località dov' era, allora, la chiesetta di San Fabiano, che San Francesco soggiornò nell' estate del 1225. Su invito del cardinale Ugolino Conti, infatti , si recò a Rieti, dove, al seguito di Papa onorio III, vi erano medici in grado di curarlo da una grave infermità agli occhi che da tempo lo affliggeva.
Si narra che il Santo, per evitare l' entusiasmo del popolo reatino, abbia cercato rifugio, insieme a quattro compagni di viaggio, presso il curato di San Fabiano che lo ospitò in una casetta prossima alla chiesa. La tradizione vuole che in queso luogo sia avvenuto il miracolo della moltiplicazione del vino, come diretta conseguenza del soggiorno del Santo. La sua presenza, infatti, richiamava una folla di ammiratori con grave danno per una vigna alla quale il curato del convento teneva molto. Francesco lo esortò a sopportare con pazienza quella presenza promettendo in cambio una produzione di vino quasi doppia di quella abituale e così fu. Secondo alcuni studiosi, inoltre, qui sarebbe stato composto il Cantico delle Creature, ricordato da un gruppo scultoreo posto su una collinetta a destra del convento Dal santuario La Foresta si prosegue per il paese di Labro. La prima fortezza di Labro venne edificata da un patrizio reatino, il Signor De Nobili, il quale, in occasione di una battuta di caccia, aveva fatto promessa di costruire un castello nel luogo dove avrebbe abbattuto il suo primo cinghiale, e quasi a memoria del fatto, ancora oggi lo stemma del paese reca su di sè l' immagine di un cinghiale sotto una quercia.
Per altri, e questa sembra l' ipotesi più probabile, il nome Labro sarebbe una derivazione di 'lavabrum', che in latino vuol dire vasca, bacino:questo anche per la prossimità al paese del Lago di piediluco, un tempo assai più esteso, sul cui bordo il paese sarebbe venuto anticamente a trovarsi. Labro, un dedalo di vie strette e ripide che salgono e scendono, tutte a gradini con l' acciottolato, la cordonatura, case in pietra con archi e porte e finestre di tanti secoli fa. Nel panorama dei piccoli centri storici italiani rappresenta una felice eccezione: da una ventina di anni a questa parte, infatti, è in corso una singolare opera di restauro e di conservazione del patrimonio storico-artistico. Labro è forse l' unico borgo in cui le case, all' interno, non hanno alcun infisso in alluminio e nessuna parete con intonaco:soltanto pietre e legno. Questo perchè mai come in altri luoghi qui si è imposto rigorosamente il rispetto dei vincoli artistici e paesaggistici. Si visiterà il castello Nobili-Vitelleschi, con i suoi giardini a terrazza attraversati da una bella scala doppia e il suo cortile in pietra grigia.
Poi le tre porte che dal cuore di Labro aprono in tre diverse direzioni, inizio e fine di strade che percorrono l' intero perimetro dell' antico castello turrito.

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